domenica 21 agosto 2011

Lettere

Mi chiamo Paolo e quando ero in prima media ero innamorato di una ragazza di uno o due anni più grande, Aurora.
Innamorato come può esserlo un ragazzo di quell'età.

Un giorno arrivato a scuola ricevo da lei una lettera, me la consegna e va in classe.
Io subito rimango fermo, bloccato, senza capire cosa sia successo.
Ovviamente avevo mostrato segni di interesse ad Aurora, ma una lettera, forse la prima lettera che ricordo, era inaspettata.
Ho passato tutta la mattina, durante le lezioni, a leggerla.
Ero molto emozionato ed ero alle prime armi con il fare altre cose durante le lezioni per cui, appunto, ci ho messo tutta la mattina.
Non ricordo esattamente cosa diceva la lettera, ricordo solo che ogni frase era pura gioia. Leggere che anche a lei piacevo era assolutamente fantastico.

Ma arrivato alla fine, gelo e confusione: avevo letto la firma e non era la sua.
Quella lettera era di Renza. Una ragazza della mia classe.

Non sapevo cosa pensare, non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire.
Ho preso il coraggio in mano, visto che Renza non mi piaceva e non sapevo provasse qualcosa nei miei confronti.
Ho preso il coraggio e sono andato da Renza a chiedere spiegazioni.
Mi strappa la lettera di mano e mi racconta che non era destinata a me, ma ad un altro Paolo che era in classe con Aurora.
Renza la mattina aveva parlato con Aurora chiedendole se poteva dare la lettera a Paolo, senza specificare quale.

Fine.

Questa storia è autobiografica, ma sia il mio nome che quello delle altre persone coinvolte sono stati cambiati non so bene per quale motivo.

Inoltre, questa storia e volutamente senza morale, almeno io non ho trovato morale in un episodio della mia vita che stranamente mi è tornato in mente.

Aggiungo solo che poi con Aurora sono uscito diverse volte. E, anche se non è mai successo niente, lo considero sempre un vanto per aver avuto un appuntamento con una ragazza più grande.

Potrebbe essere anche un obbiettivo da ri-raggiungere prossimamente.