lunedì 16 novembre 2009

GUIDA GALATTICA PER GLI AUTOSTOPPISTI - estratto 1

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche
dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo
e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove
milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta
azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono
così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da
polso digitali siano un’ottima invenzione.
Questo pianeta ha, o meglio aveva, un fondamentale problema: la
maggior parte dei suoi abitanti erano infatti afflitti da una quasi
costante infelicità. Per risolvere il problema di questa infelicità
furono suggerite varie proposte, ma queste per lo più concernevano lo
scambio continuo di pezzetti di carta verde, un fatto indubbiamente
strano, visto che ad essere infelici non erano i pezzetti di carta verde,
ma gli abitanti del pianeta.
E così il problema restava inalterato: quasi tutti si sentivano tristi
e infelici, perfino quelli che avevano gli orologi digitali.
Erano sempre di più quelli che pensavano che fosse stato un
grosso errore smettere di essere scimmie e abbandonare gli alberi. E
c’erano alcuni che arrivavano a pensare che fosse stato un errore
perfino emigrare nella foresta, e che in realtà gli antenati sarebbero
dovuti rimanere negli oceani.
E poi, un certo giovedì, quasi duemila anni dopo che un uomo era
stato inchiodato a un palo per avere detto che sarebbe stato molto
bello cambiare il modo di vivere e cominciare a volersi bene gli uni
con gli altri, una ragazza seduta da sola a un piccolo caffè di
Rickmansworth capì d’un tratto cos’era che per tutto quel tempo non
era andato per il verso giusto, e finalmente comprese in che modo il
mondo sarebbe potuto diventare un luogo di felicità. Questa volta la
soluzione era quella giusta, non poteva non funzionare, e nessuno
sarebbe stato inchiodato ad alcunché.
Purtroppo però, prima che la ragazza riuscisse a raggiungere un
telefono per comunicare a qualcuno la sua idea, successe una stupida
quanto terribile catastrofe, e di quell’idea non si seppe mai più nulla.

Questa non è la storia della ragazza.
È la storia di quella stupida quanto terribile catastrofe, e di alcune
delle sue conseguenze.
È anche la storia di un libro, un libro intitolato Guida Galattica
per gli Autostoppisti, un libro non terrestre e mai pubblicato sulla
Terra, e che, fino al momento della terribile catastrofe, era
completamente ignorato dai terrestri.
Tuttavia, si trattava di un libro notevolissimo.
In effetti, era probabilmente il libro più notevole che fosse mai
stato stampato dalla grande casa editrice dell’Orsa Minore, della
quale pure nessun terrestre aveva mai sentito parlare.
Ma non è soltanto un libro notevolissimo, è anche un libro di
enorme successo, più popolare di Costruitevi la seconda casa in Cielo,
più venduto di Altre 53 cose da fare a Gravità Zero, e più controverso
della trilogia filosofico–sensazionale di Oolon Colluphid, Anche Dio
può sbagliare, Altri grossi sbagli di Dio e Ma questo Dio, insomma,
chi è?.
In molte delle civiltà meno formaliste dell’Orlo Esterno Est della
Galassia, la Guida Galattica per gli Autostoppisti ha già soppiantato
la grande Enciclopedia Galattica, diventando la depositaria di tutto il
sapere e di tutta la scienza, perché, nonostante presenti molte lacune
e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha
due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica
Enciclopedia.
Uno, costa un po’ meno; due, ha stampate un copertina, a grandi
caratteri che ispirano fiducia, le parole NON FATEVI PRENDERE DAL
PANICO.
Ma la storia di quel terribile, stupido giovedì, la storia delle sue
straordinarie conseguenze, e la storia di come quelle conseguenze
siano indissolubilmente legate al detto libro, comincia in modo molto
semplice.
Comincia da una certa casa.